L’Acquedotto Carolino, conosciuto anche come Acquedotto di Vanvitelli, è una delle opere ingegneristiche più straordinarie del XVIII secolo. Costruito per volere di Carlo di Borbone, re di Napoli e Sicilia, l’acquedotto fu progettato dall’architetto Luigi Vanvitelli con l’obiettivo di rifornire d’acqua la Reggia di Caserta, il Complesso di San Leucio, e le città circostanti.
La sua realizzazione si colloca in un periodo di grande espansione economica e culturale del Regno di Napoli, durante il quale i Borbone cercarono di modernizzare le infrastrutture del territorio, ispirandosi ai modelli delle grandi monarchie europee, come la Francia e la Spagna.
L’opera si estende per 38 chilometri, con un sistema di raccolta e trasporto dell’acqua che sfrutta la pura sorgente del Fizzo, situata alle pendici del Monte Taburno, nella provincia di Benevento. Grazie a un perfetto equilibrio di pendenza e pressione idraulica, l’acquedotto permette ancora oggi il trasporto dell’acqua senza l’uso di pompe o altre tecnologie moderne.
Nel 1750, Carlo di Borbone decise di edificare la Reggia di Caserta, un palazzo monumentale che avrebbe dovuto competere con la Reggia di Versailles in Francia. Tuttavia, il territorio di Caserta non disponeva di una sorgente d’acqua sufficiente per alimentare le spettacolari fontane del Parco della Reggia, le manifatture reali e le esigenze della futura città che sarebbe sorta attorno al palazzo.
Luigi Vanvitelli, incaricato del progetto, studiò attentamente il problema e individuò la soluzione perfetta: raccogliere le acque delle sorgenti del Fizzo, situate a circa 40 km dalla Reggia, e incanalarle attraverso un acquedotto che, grazie a un leggero declivio naturale, avrebbe permesso il trasporto dell’acqua senza necessità di pompe o macchinari.
Nel marzo del 1753, sotto la direzione di Vanvitelli, iniziarono i lavori di costruzione. L’opera venne completata dopo nove anni, nel 1762, diventando un esempio straordinario di ingegneria idraulica e di architettura civile.
L’Acquedotto Carolino è un’opera prevalentemente sotterranea: dei suoi 38 chilometri, solo alcune sezioni sono visibili in superficie, mentre il resto del percorso si sviluppa attraverso gallerie scavate nella roccia e cunicoli di ispezione.
Le principali caratteristiche dell’acquedotto sono:
Uno degli elementi più spettacolari dell’Acquedotto Carolino è il Ponte della Valle di Maddaloni, un’imponente struttura ad arcate costruita per superare il dislivello della valle tra il Monte Longano e il Monte Garzano.
Caratteristiche del ponte:
Questo ponte, ispirato agli antichi acquedotti romani, è stato inserito nel Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1997, insieme alla Reggia di Caserta e al Complesso di San Leucio.
L’Acquedotto Carolino non serviva solo la Reggia di Caserta, ma riforniva anche altre strutture strategiche del regno:
Nel XIX secolo, con il progresso tecnologico e la costruzione di nuovi acquedotti, il Carolino perse parte della sua funzione originaria, ma continuò a essere utilizzato per il fabbisogno idrico locale.
L’Acquedotto Carolino è facilmente accessibile da diverse località della Campania.
L’Acquedotto Carolino è un capolavoro ingegneristico che ha rivoluzionato l’approvvigionamento idrico del Regno di Napoli e che, ancora oggi, affascina per la sua imponenza e bellezza. Visitare questa straordinaria opera significa immergersi nella visione illuminata di Carlo di Borbone e nella genialità di Luigi Vanvitelli, due figure che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’architettura e dell’ingegneria italiana.