Il cece di Teano è un legume antico e pregiato, originario della zona di Teano, in provincia di Caserta, Campania. Questo cece si distingue per le sue caratteristiche uniche e per il legame profondo con la tradizione agricola e culinaria locale.
Caratteristiche del Cece di Teano
Il cece di Teano è di dimensioni ridotte, con una forma leggermente rugosa e un colore che varia dal beige al nocciola chiaro. La sua buccia sottile lo rende particolarmente apprezzato in cucina, poiché facilita la cottura e migliora la digeribilità. Il sapore è intenso e sapido, meno dolce rispetto ad altre varietà di ceci, con una consistenza che rimane morbida e intatta anche dopo una lunga cottura.
Storia e Tradizione
La coltivazione del cece di Teano ha radici profonde nel territorio. Fino agli anni Sessanta, questo legume era un ingrediente fondamentale nella dieta contadina locale, utilizzato in zuppe, passate e abbinato alla pasta fatta in casa. Successivamente, la produzione ha subito un calo a favore di altre colture, mettendo a rischio la sopravvivenza di questa varietà.
Nel 2018, grazie all’impegno di agricoltori locali e associazioni come Slow Food, il cece di Teano è diventato un Presidio Slow Food, riconoscimento che mira a tutelare e valorizzare le produzioni agroalimentari tradizionali a rischio di estinzione.
Area di Produzione
Il cece di Teano viene coltivato in un’area specifica della provincia di Caserta, che comprende i comuni di Teano, Carinola, Sessa Aurunca, Francolise, Caianello, Vairano, Pietravairano e Roccamonfina. Questa zona collinare, con il suo clima mite e il terreno fertile, offre le condizioni ideali per la crescita di questo legume.
Coltivazione e Raccolta
La pianta del cece di Teano è particolarmente rustica e resistente, adattandosi bene ai climi asciutti e alle basse temperature invernali. La semina avviene generalmente in autunno, tra ottobre e novembre, permettendo alla pianta di svilupparsi durante l’inverno e di essere raccolta tra luglio e agosto dell’anno successivo. Tradizionalmente, la raccolta si effettuava estirpando le piante ormai secche, lasciandole essiccare ulteriormente in campo e successivamente trebbiandole manualmente. Oggi, pur mantenendo metodi tradizionali, si utilizzano anche attrezzature meccaniche per facilitare il processo.
Utilizzo in Cucina
Il cece di Teano è protagonista di numerose ricette tradizionali della cucina locale. Uno dei piatti più rappresentativi è costituito da tagliolini fatti a mano conditi con ceci, un sugo leggero di pomodoro e salsiccia di maiale nero teanese. Questo piatto esalta il sapore intenso del cece, creando un equilibrio perfetto tra gli ingredienti.
Un’altra preparazione tipica è la lagane e ceci, una sorta di pasta fresca senza uova, simile alle tagliatelle ma più spessa e corta, condita con un semplice soffritto di aglio, olio extravergine d’oliva e peperoncino, a cui si aggiungono i ceci precedentemente cotti. Questo piatto, diffuso in tutta la Campania, trova nel cece di Teano un ingrediente ideale per la sua consistenza e sapore.
Valore Culturale e Sociale
Il cece di Teano rappresenta anche un elemento identitario per la comunità locale. La sua coltivazione e il suo utilizzo in cucina sono espressione di una cultura contadina che valorizza le risorse del territorio e le tradizioni tramandate di generazione in generazione. Eventi e manifestazioni dedicate a questo legume contribuiscono a rafforzare il senso di appartenenza e a promuovere la conoscenza di questo prodotto al di fuori dei confini locali.
Conservazione e Futuro
Nonostante le difficoltà incontrate nel corso degli anni, grazie all’impegno di agricoltori, associazioni e istituzioni, il cece di Teano sta vivendo una fase di riscoperta e valorizzazione. Il riconoscimento come Presidio Slow Food ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di preservare questa varietà e a incentivare pratiche agricole sostenibili che ne garantiscano la sopravvivenza. Oggi, sempre più ristoratori e consumatori scelgono il cece di Teano per le sue qualità organolettiche e per sostenere l’economia locale, contribuendo così a mantenere viva una tradizione secolare.