Nel cuore del Molise, precisamente nella frazione di Castelnuovo al Volturno, si celebra annualmente un rito ancestrale che affonda le sue radici nelle profondità della cultura popolare: il “Gl’ Cierv”, conosciuto come il Rito dell’Uomo Cervo.Questa rappresentazione, che si tiene l’ultima domenica di Carnevale, è una pantomima che intreccia elementi di magia, religione e mitologia, simboleggiando il passaggio dall’inverno alla primavera e la conseguente rinascita della natura.
Origini e Significato del Rito
Le origini del “Gl’ Cierv” sono avvolte nel mistero, ma si ritiene che il rito sia una metafora del ciclo stagionale, rappresentando la lotta tra le forze oscure dell’inverno e la luce rigeneratrice della primavera. La figura centrale, l’Uomo Cervo, incarna l’inverno con la sua ferocia e il suo caos, mentre gli altri personaggi simboleggiano le forze che cercano di domare e trasformare questa energia primordiale in vita nuova.

La Rappresentazione: Personaggi e Svolgimento
La rappresentazione si svolge nella piazza principale del borgo al calar del sole, creando un’atmosfera suggestiva e coinvolgente. I principali protagonisti del rito sono:
- L’Uomo Cervo (Gl’ Cierv): coperto di pelli di capra, con il volto e le mani dipinti di nero, indossa un copricapo con vistose corna di cervo e campanacci legati intorno al corpo. Irrompe nella piazza con movenze selvagge, distruggendo simbolicamente tutto ciò che incontra, rappresentando le forze indomite della natura.
- La Cerva: compagna dell’Uomo Cervo, partecipa alla sua furia distruttiva, simboleggiando l’aspetto femminile delle forze naturali.
- Martino: figura vestita di bianco, rappresenta il bene e tenta di calmare le bestie con gesti pacificatori, offrendo loro cibo e cercando di legarle con una corda.
- Il Cacciatore: interviene sparando due colpi che abbattono le bestie. Successivamente, soffia nelle loro orecchie, riportandole in vita purificate e pacificate, simboleggiando la trasformazione e la rinascita.
- Le Janare: streghe locali che aprono la rappresentazione con danze e canti, annunciando l’arrivo del Cervo e creando un’atmosfera carica di mistero.

Il rito culmina con l’accensione di un grande falò attorno al quale la comunità si riunisce, danzando e cantando, celebrando la vittoria della luce sulle tenebre e la rinascita della vita.
Il Contesto Culturale e le Interpretazioni
Il “Gl’ Cierv” è stato oggetto di numerosi studi antropologici e culturali. Alcuni studiosi lo collegano ai riti dionisiaci dell’antica Grecia, dove il sacrificio e la rinascita erano temi centrali. Altri vedono analogie con le celebrazioni dei Lupercalia romani, festività legate alla purificazione e alla fertilità. Inoltre, la figura dell’Uomo Cervo richiama immagini preistoriche, come il “Sorcier” della grotta dei Trois Frères in Francia, suggerendo una continuità di simboli e archetipi attraverso le epoche.

Castelnuovo al Volturno: Il Borgo e la Comunità
Castelnuovo al Volturno, frazione del comune di Rocchetta a Volturno, è un piccolo borgo situato ai piedi delle Mainarde, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La comunità locale è profondamente legata a questa tradizione, che rappresenta un momento di coesione sociale e di riscoperta delle proprie radici culturali. Ogni anno, gli abitanti si impegnano nell’organizzazione del rito, coinvolgendo anche visitatori e studiosi interessati a vivere un’esperienza unica nel suo genere.

Conclusione
Il rito de “Gl’ Cierv” a Castelnuovo al Volturno è una testimonianza vivente di come le antiche tradizioni possano sopravvivere e continuare a trasmettere significati profondi alle nuove generazioni. Partecipare a questa celebrazione significa immergersi in un mondo dove mito, natura e comunità si fondono in un’esperienza indimenticabile, celebrando il perpetuo ciclo della vita e della rinascita.