Nella regione della Campania, i comuni di Galluccio e Rocca d’Evandro custodiscono una storia agricola affascinante, legata alla coltivazione del riso. Questa pratica, introdotta nel XIX secolo, ha avuto un impatto significativo sul territorio e sulla salute delle comunità locali.

L’introduzione delle risaie nel XIX secolo
Nel 1831, a Rocca d’Evandro, furono avviate sperimentazioni per la coltivazione del riso cinese, una varietà che poteva essere coltivata senza l’uso di acque stagnanti. Inizialmente, queste risaie occupavano piccole superfici e non destavano preoccupazioni sanitarie. Tuttavia, col tempo, si passò alla coltivazione del riso tradizionale, che richiedeva l’allagamento dei campi, aumentando l’estensione delle risaie e le preoccupazioni per la salute pubblica.

Le preoccupazioni sanitarie e l’opposizione delle comunità locali
La diffusione delle risaie tradizionali portò a un incremento delle malattie legate alle condizioni insalubri create dalle acque stagnanti, come la malaria. Le comunità locali, tra cui i comuni di Rocca d’Evandro, Cervaro e San Pietro Infine, iniziarono a manifestare preoccupazioni per l’aumento della mortalità e delle malattie. Nel 1837, ad esempio, Rocca d’Evandro registrò un aumento significativo dei decessi, passando da 29 morti nel 1836 a 141 nel 1837, anno in cui si verificò una recidiva colerica.

Interventi governativi e abolizione delle risaie
Le crescenti preoccupazioni sanitarie portarono le autorità a intervenire. Nel 1841, un rescritto ordinò la repressione delle risaie considerate nocive alla salute pubblica. Tuttavia, tentativi di reintrodurre la coltivazione del riso si verificarono nel 1861, ma furono nuovamente contrastati dalle comunità locali e dalle autorità, che decretarono l’abolizione delle risaie nella zona compresa tra Rocca d’Evandro e San Vittore, riconoscendo il loro impatto negativo sulla salute delle popolazioni circostanti.

Conclusione
La storia delle risaie di Galluccio e Rocca d’Evandro evidenzia il delicato equilibrio tra sviluppo agricolo ed esigenze sanitarie. Le scelte compiute nel XIX secolo riflettono la necessità di adattare le pratiche agricole alle condizioni ambientali e alla tutela della salute pubblica, offrendo spunti di riflessione sulle interazioni tra attività umane e ambiente.