Il fiume Volturno è il corso d’acqua più lungo dell’Italia meridionale, con una lunghezza di circa 175 chilometri. Nasce nel cuore dell’Appennino molisano, presso Rocchetta a Volturno, e attraversa le regioni del Molise e della Campania, sfociando nel Mar Tirreno vicino a Castel Volturno. Questo fiume ha svolto un ruolo cruciale nella storia e nella cultura delle terre che attraversa, intrecciando la sua esistenza con miti, leggende e importanti eventi storici.

Origini del Nome e Significato Mitologico
Il nome “Volturno” deriva dalla divinità etrusca “Volturnus”, successivamente assimilata nel pantheon romano. Volturnus era venerato come dio delle acque e dei fiumi, e a Roma gli era dedicato un flamine specifico, il “Flamen Volturnalis”, con festività note come “Volturnalia” celebrate il 27 agosto. In Campania, il fiume prese il nome da questa divinità, diventando oggetto di culto locale.
Il Mito del Drago di Alvignanello
Una delle leggende più affascinanti legate al Volturno è quella del drago di Alvignanello, un piccolo borgo situato lungo le sue rive. Antichi scritti narrano di un drago multiforme, le cui enormi zampe lasciavano impronte sul suolo. Questo essere mitologico terrorizzava la popolazione locale fino a quando, secondo la leggenda, fu sconfitto, liberando così gli abitanti dalla sua minaccia. Questa storia è ancora oggi parte integrante delle tradizioni e delle feste locali, mantenendo vivo il legame tra il fiume e le credenze popolari.

Importanza Storica e Strategica
Il Volturno ha rivestito un ruolo strategico in diverse epoche storiche. Durante l’epoca romana, la sua navigabilità facilitava il commercio e il trasporto di merci. L’imperatore Domiziano ordinò la costruzione di argini per contenere le frequenti piene del fiume, dimostrando l’importanza attribuita al suo controllo.
Nel VII secolo, lungo le sue sponde sorse l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno, fondata nel 703 da tre nobili beneventani: Paldone, Tatone e Tasone. Questo complesso monastico divenne uno dei centri religiosi e culturali più influenti dell’Italia meridionale, contribuendo alla diffusione del monachesimo benedettino e alla conservazione del sapere durante il Medioevo.
Durante il Risorgimento italiano, il fiume fu teatro della celebre Battaglia del Volturno nel 1860, combattuta tra le truppe garibaldine e l’esercito borbonico. Questo scontro rappresentò un momento cruciale nel processo di unificazione dell’Italia.

Tradizioni e Festività Legate al Fiume
Oltre alle leggende, il Volturno è al centro di diverse tradizioni locali. In passato, le sue acque erano considerate sacre e si credeva avessero proprietà curative. Le comunità lungo le sue rive organizzavano processioni e riti propiziatori per ingraziarsi la divinità del fiume, soprattutto in periodi di siccità o di piene pericolose. Queste celebrazioni rafforzavano il senso di comunità e il legame spirituale con la natura circostante.

Il Volturno Oggi
Attualmente, il fiume Volturno attraversa aree naturali protette, come il Parco Fluviale di Colli a Volturno e l’Oasi WWF del bosco igrofilo delle Mortine a Venafro. Queste zone tutelate offrono rifugio a numerose specie animali e vegetali, rappresentando un patrimonio naturale di inestimabile valore.
Inoltre, il fiume è meta di appassionati di attività all’aria aperta, come escursionismo, birdwatching e pesca sportiva, contribuendo allo sviluppo del turismo sostenibile nelle regioni attraversate.
Conclusione
Il fiume Volturno non è solo un elemento geografico, ma rappresenta un simbolo di identità culturale e storica per le comunità che vivono lungo le sue sponde. Le leggende, le tradizioni e gli eventi storici ad esso associati testimoniano l’importanza di questo corso d’acqua nel tessuto sociale e culturale dell’Italia meridionale. Preservare e valorizzare il Volturno significa custodire una parte fondamentale del nostro patrimonio collettivo.