Michelina De Cesare nacque il 28 ottobre 1841 a Caspoli, una frazione di Mignano Monte Lungo, in provincia di Caserta. Cresciuta in una famiglia di braccianti agricoli, fin da giovane si trovò a fronteggiare le difficoltà legate alla povertà. Secondo alcune testimonianze dell’epoca, già in tenera età si sarebbe resa protagonista di piccoli furti e abigeati nel circondario di Caspoli.
Nel 1861, Michelina sposò Rocco Tanga, ma rimase vedova l’anno successivo. In questo periodo, l’Italia stava attraversando un periodo di profonde trasformazioni a seguito dell’Unità, e nel Meridione si sviluppò il fenomeno del brigantaggio come forma di resistenza all’annessione piemontese. Fu in questo contesto che Michelina incontrò Francesco Guerra, un ex soldato borbonico divenuto brigante. I due instaurarono una relazione sentimentale e Michelina decise di unirsi alla banda guidata da Guerra, partecipando attivamente alle loro operazioni.
La banda operava principalmente nella zona dell’Alto Casertano, compiendo attacchi contro le truppe piemontesi e contro coloro che erano ritenuti collaborazionisti del nuovo regime. Michelina non era una semplice compagna del capo banda, ma prendeva parte attiva alle azioni, dimostrando coraggio e determinazione. La sua conoscenza del territorio si rivelò fondamentale per le incursioni e le imboscate organizzate dalla banda.
La sua figura divenne emblematica, tanto che esistono fotografie che la ritraggono sia in vita, armata e in abiti tradizionali, sia dopo la sua morte, immagini che testimoniano la brutalità con cui venivano trattati i briganti catturati o uccisi. Queste fotografie, scattate probabilmente per scoraggiare altri ribelli, hanno contribuito a mantenere viva la memoria di Michelina nel tempo.
Il 30 agosto 1868, Michelina De Cesare e Francesco Guerra furono sorpresi nel sonno dalle truppe piemontesi a Mignano Monte Lungo. Entrambi furono uccisi e i loro corpi denudati ed esposti pubblicamente come monito per la popolazione locale. La morte di Michelina segnò la fine di una delle figure femminili più rappresentative del brigantaggio postunitario, simbolo della resistenza meridionale contro l’invasione piemontese.
Oggi, la storia di Michelina De Cesare è ricordata come testimonianza di una donna che scelse di combattere per la propria terra e la propria identità, diventando un’icona della resistenza meridionale nel periodo postunitario.